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Associazione "Amici Comit - Piazza Scala"

Comunicazione ai Soci

Care Socie e cari Soci,

i Soci Emilio Rosso e Mario Auterio, pensionati del Fondo Pensioni COMIT hanno ritenuto d’indirizzare al Presidente della Sezione Fallimentare del Tribunale di Milano ed al Collegio dei Liquidatori, oltre ad altri soggetti interessati, tra cui la nostra Associazione, una lettera che, oltre a fare il riassunto dell’annosa questione relativa alla tassazione del patrimonio immobiliare, chiede un concreto intervento della dott. ssa  Paluchowski per bloccare un possibile ennesimo ricorso alla Magistratura.

Come sapete, vari gradi di giudizio e un lodo arbitrale hanno, finora,  sancito che le imposte relative alla vendita del patrimonio immobiliare del Fondo Pensioni, fossero ripartite in parti uguali tra il Fondo stesso ed il compratore Beni Stabili (ora Covivio SpA).

Allo stato attuale, sarebbe, infatti,  ancora possibile un eventuale ricorso alla Corte di Cassazione, dopo la sentenza della Corte di Appello di Milano. Tale ricorso, sul cui esito si possono nutrire alcuni  dubbi, porterebbe certamente ad un allungamento di vari anni della liquidazione, con ulteriori ritardi per i pensionati ed i loro eredi .

Nell’inviarvi, per conoscenza,  il testo di tale lettera, facciamo presente che la nostra Associazione, in costante contatto con il Fondo Pensioni, anche per aiutare i Soci e gli ex colleghi nel dirimere eventuali problemi, non ha mai mancato di sensibilizzare i Liquidatori sull’opportunità di far cessare questo continuo ricorso alla Magistratura, invitandoli, anche, ad adoperarsi, nei modi più idonei, per porre fine alle vertenze ancora in atto. In questa ottica rientra anche il possibile ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, contro i ritardi subiti dalla liquidazione del nostro Fondo Pensioni COMIT.  

Sarebbe, infatti, auspicabile che questa procedura, dopo oltre 13 anni, vedesse la sua fine e gli aventi diritto ricevessero quanto di loro spettanza.    

Vi salutiamo cordialmente

Associazione “Amici Comit – Piazza Scala”

Il Consiglio Direttivo

 

P.S.: qui di seguito il testo della lettera che i soci Rosso e Auterio hanno inviato al Presidente del  Tribunale Fallimentare di Milano

(inizia)

Al Presidente            

Sez. Fallimentare Tribunale di Milano –

Delegato Sorveglianza Fondo Pensioni Comit (art. 12 disp. att. c.c.)

Dott.ssa Alida Paluchowski

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Per conoscenza :

Al Presidente

Tribunale di Milano

Dott. Roberto Bichi

(art. 12 disp. att.c.c.)

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Al Presidente COVIP Commissione Vigilanza Fondi Pensione

Prof. Mario Padula

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Al Collegio dei Liquidatori

Fondo Pensioni “Comit”

Angelo Elia (P), Andrea Baccherini,

Pietro De Sarlo

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Anpecomit – Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Amici Comit – Piazza Scala

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Ai Partecipanti – Loro sedi

 

Milano, 1 ottobre 2020

VERTENZA GIUDIZIARIA TRA “FONDO PENSIONI COMIT” E “BENI STABILI S.P.A.” 

conseguente alla dismissione del patrimonio immobiliare del “Fondo”

(13.07.2006 per 1.106 milioni di Euro, 536,2 milioni di Euro di plusvalenza)

e concernente la sopportazione dell’onere finale per elusione fiscale “in solido” accertato (13.07.2009 per Euro 114.961.680,60) e conciliato con la Agenzia delle Entrate Direzione Provinciale II di Milano (atto del 16.12.2016: € 55 milioni per ciascuna parte, a fronte di un onere per imposte corrisposte per € 7.224,00).

Pende a favore del Fondo la possibilità di impugnazione in Corte di Cassazione della sentenza della Corte d’Appello di Milano depositata il 5.03.2020.

 

I sottoscritti, Mario Auterio ed Emilio Rosso, Partecipanti Pensionati 1998/1999 del Fondo Pensioni per il Personale della Banca Commerciale Italiana in liquidazione, rappresentano quanto segue in relazione alla possibile impugnazione presso la Suprema Corte di Cassazione della sentenza in oggetto.        

Ricordato succintamente che in occasione della cessione  dell’intero patrimonio immobiliare del “Fondo” alla “Beni Stabili” (13.07.2006),

  • Il “Fondo” aveva costituito ad hoc (21.04.2006) l’ “IMMOBILIARE FORTEZZA”, cui aveva poi                                                                      conferito ai fini di “gestione” (10.07.2006) l’intero portafoglio immobili, per cedere quindi  il 100% della partecipazione  alla “Beni Stabili” (13.07.2006), dichiarando l’intenzione di avvalersi delle agevolazioni fiscali di cui all’art. 18, comma 5, D. Lgs. 124/93 (ma, come visto, il conferimento in gestione degli immobili si è rivelato fittizio, tant’è che Beni Stabili già dal 26 luglio 2006 aveva  iniziato a rivendere gli immobili acquisiti il 13 luglio 2006 );
  • E infatti l’Agenzia delle Entrate, nell’accertamento del 13.07.2009, che coinvolgeva in solido “Fondo” e “Beni Stabili”, affermava lapidariamente che :

“tale agevolazione spetti solo qualora gli atti risultino finalizzati all’affidamento in gestione dei beni medesimi a società immobiliari e non anche quando il conferimento sia finalizzato alla mera dismissione del patrimonio in previsione della liquidazione del fondo stesso…”.

Ciò nonostante, “Fondo” e “Beni Stabili” ritenevano di percorrere la via giudiziaria, attraverso la Commissione Tributaria Provinciale, la Commissione Tributaria Regionale e la Corte di Cassazione. Quest’ultima,  con sentenza del 20.11.2015  anticipava di fatto il giudizio definitivo (rinviandone la decisione ad altra sezione della C.T.R.) riaffermando che:

“L’imposta è applicata secondo la intrinseca natura e gli effetti giuridici  degli atti presentati alla registrazione, anche se non vi corrisponda il titolo o la forma apparente”.

 

Soltanto a questo punto Fondo e Beni Stabili abbandonano la via giudiziaria e il 16.12.2016 sottoscrivono un Accordo Conciliativo con l’Agenzia delle Entrate Direzione Provinciale II di Milano, che ha comportato

  • un esborso di € 55 milioni per ciascuno (sono intanto passati 14 anni dalla vendita e 11 anni dall’Accertamento fiscale !).

Nel Bilancio 2016 i Liquidatori non hanno mancato di magnificare  tale esito:

“L’accordo ha dunque accelerato significativamente i tempi della liquidazione.”

E questo dopo aver ventilato, in caso contrario, un possibile  prolungamento del contenzioso per almeno altri 5 anni,  se non addirittura il doppio !

Ma basta andare al rigo successivo della relazione  per trovare una sconcertante, clamorosa smentita, quando si dichiara che:

“Resta invece aperta la questione nei rapporti con Beni Stabili S.p.A., in merito alla sopportazione finale dell’onere dell’intero pagamento” (come se ciò non incidesse sui tempi della liquidazione ! n.d.r.).

Tant’è che nell’aprile del 2017 il Fondo ha promosso un giudizio presso la Camera Arbitrale di Milano nei confronti di Beni Stabili.

In data 26.09.2018 viene depositato il lodo arbitrale, che ha cristallizzato l’onere già sopportato in via paritetica dal Fondo e Beni Stabili: € 55 milioni a carico di ciascun soggetto.

A questo punto, dopo le plurime decisioni uniformi di reponsabilità solidale a livello giudiziale ed extragiudiziale, si poteva pensare alla fine di questa intollerabile storia, sempre più lesiva per gli

incolpevoli Partecipanti del Fondo. Ma arriva un nuovo colpo di scena.

Infatti, il 30.12.2018 (News 14.1.2019), il Fondo “dopo un confronto con i propri legali (e sentita la Delegata del Presidente del Tribunale, anch’essa favorevole all’impugnazione)”  annuncia la decisione di impugnare il lodo avanti la Corte d’Appello di Milano.

Si perviene così, il 5.03.2020, alla sentenza della Corte d’Appello di Milano  che conferma nel merito che “l’onere finale del pagamento ricevuto dal Fisco … debba essere sopportato in via paritetica da Fondo e Beni Stabili.”

“Pende il termine per l’eventuale impugnazione della sentenza in corte di Cassazione.”

 

Signor Presidente, tutto ciò premesso,

 

noi Partecipanti/Pensionati “1998/1999” del “Fondo” ci permettiamo di appellarci a Lei affinché nella Sua qualità di Delegato alla Sorveglianza del Fondo Pensioni Comit possa non assecondare l’eventuale proposito dei Liquidatori di avviare un ennesimo ricorso, e ciò per i seguenti prevalenti motivi:

  • La ripartizione paritetica dell’onere fiscale è ormai consolidata;
  • Evitare ulteriori gravose spese legali;
  • Evitare ulteriori e inutili lungaggini, considerato che sono passati ben 14 anni dalla vendita del patrimonio immobiliare del Fondo, 11 anni dall’accertamento dell’Agenzia delle Entrate e quasi 4 anni dall’Accordo conciliativo con la stessa Agenzia;
  • Rendere disponibile l’accantonamento di 81 milioni di euro appostato nel Bilancio 2019 a fronte del rischio connesso al contenzioso in oggetto, con la possibilità quindi di una pronta erogazione ai Partecipanti e – purtroppo in molti casi – ai loro eredi.

Con l’auspicio che la nostra aspettativa  possa essere da Lei condivisa, La ringraziamo in anticipo, Signor Presidente, e porgiamo distinti ossequi.

                                                                                                          Mario Auterio – Emilio Rosso

(finisce)

 

    

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